Progetto “L’ambiente è salute”

Il progetto “L’ambiente è salute” nasce dalla collaborazione, ormai pluriennale tra il Liceo Aristosseno di Taranto e l’ISDE – Associazione nazionale medici per l’ambiente, con la finalità di promuovere la conoscenza e l’approfondimento delle tematiche che riguardano l’inquinamento e la salute. Nel corrente anno scolastico, in particolare, è obiettivo generale l’attuazione di iniziative volte a sensibilizzare gli studenti su una celebrazione internazionale, la “Giornata dell’ambiente”, che ricorre annualmente il 5 giugno e che risulta sempre più attuale e sentita dai giovani, ma anche da ampi settori della popolazione in generale. Si tratta di un’occasione per la scuola di attuare educazione alla cittadinanza attiva, preparando gli studenti a diventare cittadini in grado di contribuire allo sviluppo e al benessere della società in cui vivono.

Relazione dell’incontro con il professor Michele Carducci ‘Diritto umano al clima’

“Tagliare un ramo di un albero e tagliare il braccio di un bambino, sono per voi la stessa cosa?” E’ questa la domanda che ha posto il prof. Michele Carducci, insegnante di Diritto Costituzionale Comparato e Diritto Climatico dell’Università del Salento, a noi studenti e partecipanti del progetto “L’ambiente è salute”, durante l’incontro conclusivo tenutosi lunedì 26 aprile. Una domanda semplice, la cui risposta potrebbe sembrare banale, palese. In realtà, dietro ai nostri ragionamenti si cela qualcos’altro: la nostra cultura, il luogo dove viviamo, il sistema di cui siamo parte integrante, ci portano ad affermare che no, certamente, tagliare il braccio di un bambino è un’azione di una gravità neanche minimamente comparabile a quella di tagliare il ramo di un organismo vegetale. Ebbene, il professor Carducci ci rivela che una popolazione diversa dalla nostra, con una diversa percezione dell’ambiente e degli esseri viventi di qualsiasi tipo, avrebbe risposto senza alcun esitazione che non vi è alcuna differenza. Perché, dunque, siamo portati a ragionare in una certa maniera? La risposta è da ricercare tra le righe di un qualunque libro giuridico: la legge, infatti, considera un albero come un oggetto e non come un essere vivente e, in quanto tale, al pari di un monumento. Il nostro è dunque un diritto che, con il passare degli anni, sta diventando sempre più materialistico. Prendere coscienza della dimensione ‘vivente’ della natura a partire dalle parole utilizzate nella vita quotidiana invece, forse potrebbe essere un passo in avanti verso la comprensione di quello che è uno dei più grandi problemi del ventunesimo secolo: il cambiamento climatico.

Bruegel, Pieter de Oude - De val van icarus - hi res.jpg


Al giorno d’oggi però, il numero di persone che è davvero consapevole della gravità di ciò che sta accadendo attorno noi è assai limitato rispetto a quello che dovrebbe essere effettivamente. A partire dagli esponenti politici, ai quali è stato chiesto di prendere seri provvedimenti prima che sia troppo tardi, i quali hanno replicato di avere problematiche ben più importanti da dover sbrogliare prima della questione del disastro ambientale. Perché dunque, non riusciamo davvero a renderci conto e quindi reagire, come disse Greta Thunberg, “come se la nostra casa stesse andando a fuoco”? Molti risponderebbero che, guardandosi intorno, in fondo, la situazione non sembrerebbe poi così grave. Emblematica e significativa è dunque la comparazione di tale atteggiamento con un quadro realizzato da Pieter Bruegel, denominato ‘La caduta di Icaro’. Guardando l’opera, lo spettatore ha l’impressione in un primo momento di essere di fronte ad una raffigurazione di un sereno e armonioso paesaggio rappresentante un paesino di mare, popolato da contadini e pastori. L’occhio più attento però, in un secondo momento, noterà un altro particolare: accanto ad un’imbarcazione a vela che staglia le acque marine, si scorgono gli arti inferiori di un uomo, Icaro, che sta affogando. La questione climatica attuale è infatti come quella di questo dipinto, in quanto la nostra vita di tutti i giorni sembra scorrere regolarmente, ci sentiamo parte di un mondo che rimane invariato, quando in realtà questo mondo lo stiamo distruggendo con le nostre mani e continuiamo a farlo nella nostra indifferenza. Icaro siamo noi, stiamo affogando, l’ossigeno sta terminando e ben presto le conseguenze saranno fatali, se non agiamo immediatamente. Chi sarà a pagare il prezzo più alto di questa catastrofe? Nel film ‘Estraneo a bordo’, tre astronauti partono in missione su Marte, ma all’improvviso, scoprono di avere un passeggero in più e, a causa della scarsità di ossigeno, si vedono costretti a prendere la decisione di sacrificare l’ultimo arrivato. E’ quindi questa la prospettiva che sembra presentarsi nel nostro futuro: le conseguenze della crisi climatica, causata dai più ricchi e avvantaggiati del globo, verranno pagate dai più deboli. Se non invertiamo l’andamento, la mia generazione e quelle future vivranno in un mondo di ingiustizie, dove il concetto di disuguaglianza verrà allargato ben oltre le lotte sociali alle quali hanno assistito i nostri genitori. Una cerchia ristretta sarà in grado di sopravvivere e monopolizzare il benessere, mentre miliardi di persone, gli ultimi, saranno lasciati indietro. Ancora una volta però, non bisogna cadere nell’errore di pensare che tutto questo accadrà tra tanti anni e, in quanto tale, non ci riguarda e non abbiamo bisogno di preoccuparcene. La nostra preoccupazione, la nostra paura, deve essere ai vertici, perché il disastro climatico sta avvenendo ora, davanti ai nostri occhi. Non è una singola e irrilevante voce a dirlo, ma sono anni che esiste un largo consenso scientifico riguardo l’emergenza e la serietà di questo problema. Abbiamo infatti superato il punto di crossover, in quanto la quantità di biomassa è inferiore alla massa antropogenica e, questo, è soltanto uno dei tanti dati allarmanti che ci sono stati forniti dalla scienza e che dovrebbero essere un ulteriore incentivo al cambiamento delle nostre azioni, un cambiamento che dovrebbe essere radicale, ma soprattutto immediato. Tante sono le crisi che al giorno d’oggi stiamo affrontando, come quella epidemiologica o le diverse crisi ambientali che caratterizzano determinati territori. L’emergenza climatica ha un fattore cruciale che determina il suo andamento: il tempo. E’ infatti questo che segnerà il futuro delle nostre generazioni e bisogna capire che è un bene prezioso che sta sfuggendo dalle nostre mani. E’ importante agire ora, in quanto ogni istante che passa senza che noi attuiamo un concreto cambiamento, ci avvicina al momento in cui sarà troppo tardi e non vi potrà essere più alcuna azione in grado di salvare non solo il luogo che abitiamo, ma anche tutti gli esseri viventi, compresi noi. L’uomo nei secoli scorsi, e continua tutt’oggi, ha iniziato a produrre la cosiddetta ‘frattura metabolica’, distruggendo con il suo sistema economico l’equilibrio tra la natura e le attività umane. Questo abisso non si colmerà sicuramente con delle azioni superficiali e apparentemente ‘green’, così come quelle attuate da grandi aziende attualmente responsabili del collasso ambientale per catturare un’opinione pubblica positiva. E’ necessario invece attuare soluzioni concrete e impegnarsi in prima persona per far sì che queste davvero vengano attuate, in quanto da esse dipende il nostro futuro, la nostra esistenza. “Siamo l’unica specie vivente che non è riuscita ad adattarsi all’ambiente in cui vive, pur sapendo che la nostra sopravvivenza è legata ad un sottile e complicato equilibrio di processi chimici e fisici, che si è instaurato in milioni di anni”, ha affermato il professor Carducci. Noi, in pochissimo tempo lo abbiamo compromesso, questo equilibrio. Occorre adesso prendere consapevolezza delle nostre azioni e cambiare rotta. E’ questa la nostra responsabilità.

Relazione di Chiara Chiarelli, 5^ A

Progetto “L’ambiente è salute 20-21”: Le attività svolte.

Progetto “L’ambiente è salute” 2020-21

Questo progetto del Liceo Aristosseno, in collaborazione con ISDE – Associazione medici per l’ambiente, è giunto al suo quarto anno di realizzazione, con la finalità di sensibilizzare gli studenti al rispetto dell’ambiente a livello globale e rappresenta un’occasione per attuare educazione alla cittadinanza attiva, preparando gli alunni a diventare cittadini in grado di contribuire allo sviluppo e al benessere della società in cui vivono.

Quest’anno il progetto è consistito in una serie di “Incontri – Dibattito” a cui hanno preso parte i docenti di Scienze del liceo Aristosseno, gli esperti ISDE e gli studenti di quarte e quinte classi dell’istituto.

1) Nel primo incontro, “Cambiamenti climatici e pandemie”, è stato affrontato l’argomento della diffusione delle pandemie. Si è parlato dello spillover, il salto di specie, cioè il passaggio di malattie dagli animali agli uomini. La nostra salute è correlata a quella dell’ambiente e degli animali, infatti diverse attività umane favoriscono lo spillover, come la deforestazione, gli allevamenti intensivi e il commercio clandestino di animali esotici, facilitando la diffusione di virus in ambienti in cui prima non erano presenti. La trattazione ha incluso il covid-19, la malattia provocata daI Sars-CoV-2, che appartiene a una famiglia di coronavirus piuttosto complessi. Questo virus ha al suo interno un filamento di Rna, che ne costituisce il genoma. Intorno presenta un involucro proteico circondato da due strati di lipidi. Questa membrana esterna è cosparsa di proteine, che si presentano come gli aculei di un riccio, che il virus usa per legarsi a una proteina presente sulla superficie delle cellule. La trasmissione del covid avviene a causa delle cosiddette droplets, particelle che espelliamo nel momento in cui parliamo, inoltre in condizioni favorevoli, come una cattiva aerazione, i virus possono depositarsi su oggetti o superfici. La prevenzione della diffusione dei virus dovrebbe essere considerata di fondamentale importanza da tutti e prevedere l’intervento dei governi e delle associazioni internazionali. Per cercare di evitare pandemie dovremmo attenerci a poche ma fondamentali “regole”, basate sulla prevenzione primaria e sulla protezione degli ecosistemi naturali.

2) Nel secondo incontro, “Malattie del neurosviluppo correlate all’inquinamento”, partendo dalla differenza tra genetica ed epigenetica (la genetica studia la struttura del DNA, mentre l’epigenetica studia l’espressione dei geni) è stato evidenziato che una parte delle malattie umane è causato dalle sostanze inquinanti, ma anche dalle interazioni che noi esseri umani abbiamo con i nostri ecosistemi. Il numero delle malattie del neurosviluppo come i tumori, l’autismo, la dislessia, la discalculia e il ritardo mentale, ma anche il diabete, le allergie, nell’ultimo ventennio hanno mostrato un particolare aumento (si parla di pandemie silenziose), a causa dell’inquinamento ambientale, che a Taranto, la nostra città, è particolarmente presente. Gli agenti neurotossici più comuni in età pediatrica sono la diossina, i metalli, come piombo e nichel, ed i pesticidi. Inoltre, i dati epidemiologici mostrano una maggiore incidenza e prevalenza di condizioni associate all’esposizione agli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), come il ritardo della crescita intrauterina, ma anche conseguenze nella fase tardiva dello sviluppo con un QI basso e problemi di comportamento. Infine, da uno studio effettuato nel 2016 a Taranto è emerso che la distribuzione del QI nell’età pediatrica mostra una differenza di 10 punti tra il quartiere più vicino all’Ilva e quello più lontano. Vedi anche l’approfondimento “Impronta ecologica e alimentazione” allegato a questa relazione.

3) Nel terzo incontro, “La salute ai tempi del coronavirus”, partendo dalla definizione di “ricchezza”, si è discusso di come la nostra alimentazione può influire sulle condizioni del nostro corpo, ma anche di quelle del pianeta su cui viviamo. Noi consumatori, spesso, sottovalutiamo l’impronta ecologica che i nostri acquisti alimentari possono lasciare. E’ importante riflettere sul ciclo della vita di ogni singolo prodotto, ovvero conoscere e valutare i carichi energetici e ambientali relativi al loro processo di produzione. Un altro aspetto importante è la conoscenza delle filiere che assicurano la provenienza del bene alimentare, che inizia con la produzione delle materie prime, continua con la loro lavorazione, fino ad arrivare alla realizzazione e alla distribuzione sul mercato del prodotto finito. Questo processo permette di garantire la qualità del prodotto. Una buona alimentazione ha un ruolo determinante in uno stile di vita corretto, che è indispensabile per la prevenzione di malattie pregresse come obesità, ipertensione o colesterolo elevato. L’incidenza dei virus è maggiore nei soggetti affetti da queste patologie. Tramite questo collegamento è stata esaminata l’attuale pandemia causata dal virus SARS-Cov2, mettendo in evidenza l’assoluta importanza della salvaguardia ambientale. Ognuno di noi, con forza di volontà e piccoli gesti, può rendere la Terra un posto migliore e dare l’esempio a chi ci sta attorno. Passo dopo passo possiamo ancora recuperare ciò che è stato danneggiato dagli errori dei comportamenti umani.

4) Nel quarto incontro, “Ambiente, alimentazione e salute”, è stato evidenziato che ai giorni nostri sempre più bambini si ammalano di malattie metaboliche, tra cui il diabete mellito di tipo 2 (cioè quello tipico dell’età matura), la celiachia, l’intolleranza al glutine e che i modelli offerti dalla medicina ufficiale non sempre riescono a dare spiegazioni soddisfacenti. Per questo è necessario proporre anche altri modelli come quello dell’epigenetica, che cerca di dare un’interpretazione nuova dei fattori in gioco, individuando nell’ambiente e negli inquinanti ambientali un altro di questi fattori. Parlando della qualità del cibo, dovremmo curare in particolare quello che utilizziamo per l’alimentazione dei bambini nei primi 1000 giorni di vita e nelle donne in gravidanza, puntando sul Fetal Programming (il periodo in cui il feto è capace di programmare il proprio epigenoma, cioè il software delle cellule). Si ipotizza infatti che molte malattie abbiano una origine fetale, perciò curare bene l’alimentazione delle donne in gravidanza, oltre che quella del bambino nei primi 3 anni di vita, può sicuramente aiutarci nella prevenzione, oltre che essere fondamentale per la salute dell’individuo adulto. Possiamo anche agire sugli inquinanti ambientali per la prevenzione sanitaria, ad esempio con la messa al bando di sostanze come i pesticidi, la diossina e i metalli pesanti. Quello che oggi compare ai nostri occhi irreversibile e tragico è in realtà modificabile attraverso la presa di coscienza che ambiente e salute sono strettamente connessi fra loro e col mettere in atto misure di prevenzione, agendo sia sugli inquinanti ambientali che sulla qualità del cibo che utilizziamo per la nostra alimentazione.

5) Per il quinto incontro vedere l’approfondimento “Diritto umano al clima” allegato a questa relazione.

Relazione svolta dagli alunni della 5H del Liceo Aristosseno di Taranto:

Ludovica Buonocore, Maria Denise Capozza, Sara Ciaccia, Maira Elefante, Francesca Eletti, Roberta Mattaisi, Giulia Palumbo, Alessio Pichierri, Rossana Pisarra, Cristina Santoro, Pia Giada Sergio, Francesca Signorella.

ECO-FOOD

Education is the most useful force to change the world

10 tips to improve a healthy diet:

  1. Buy local food
  2. Eat season products
  3. Decrease your meat consumption
  4. Choose the right fishes
  5. Waste less food
  6. Favors organic products
  7. Try not to buy products with packaging
  8. Try to avoid processed foods
  9. Drink tap water
  10. Don’t cook too much

Environment and food

Thanks to an analysis by Life Cycle Assessment (LCA), there is an objective evaluation of the effects of food on the environment.

To do this analysis we have to consider various phases of the production, starting from the cultivation to the packaging. It also refers to the exportation, using and recycling of the elements used for these last phases. 

Sustainable nutrition

A sustainable diet requires the consumption of nutritionally healthy food, with a low footprint in terms of land use and water resources used, with low carbon and nitrogen emissions, attentive to the conservation of biodiversity and ecosystems,rich in local foods and traditional, fair and accessible to all.

Despite all the changes food production has been through, there is still a huge part of the population that does not eat correctly.  One billion people is overweight and almost the equivalent number is dying of hunger.

-Perta Martina, Stani Giorgia

INCONTRO “ECOSISTEMA TARANTO” – AGENDA 2030

La firma del professore Giovannini.

Il giorno 31 Gennaio 2020 il teatro Fusco di Taranto ha accolto le maggiori cariche istituzionali della città ed Enrico Giovannini, il massimo rappresentante dell’ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), per un convegno che è culminato con la firma di un protocollo di intesa tra il Comune di Taranto,il centro di cultura per lo sviluppo “G.Lazzati”, l’Università degli studi di Bari “Aldo Moro” e la Camera di commercio di Taranto. Si è trattato di un passo importante per sostenere il progetto “Ecosistema Taranto”, che il Comune ha proposto per la rinascita della nostra città. Questo piano prevede la collaborazione tra i vari enti per l’approfondimento degli indicatori di sostenibilità dell’Agenda 2030, relativamente all’attuazione di una strategia di sviluppo economico, energetico ed ecologico della città.

Il convegno ha visto tutti i partecipanti fornire degli spunti su come raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Tra gli interventi più significativi vi è stato quello in cui il professor Enrico Giovannini ha parlato della sua esperienza quasi quadriennale all’ASVIS, degli straordinari risultati ottenuti dall’associazione e dell’influenza che ha avuto in Commissione europea. Il professore ha anche ipotizzato la possibilità di una visita in città dell’attivista Greta Thunberg.

Successivamente l’intervento del Sindaco di Taranto, oltre a valorizzare il progetto “Ecosistema Taranto” ha anche ricordato gli errori del passato, che hanno condannato la città ad essere un punto di riferimento dell’inquinamento ambientale in Italia; allo stesso tempo, il sindaco ha  messo in evidenza come Taranto possa diventare il simbolo internazionale di una rinascita ecologica e di un modello di sviluppo sostenibile.

Il convegno si è tenuta alla presenza di diversi esponenti della cittadinanza, tra cui diverse rappresentanze degli studenti delle scuole della città.

-Federico Pignatelli, Cristiana Guitto 4^H

Taranto: una dottoressa contro l’inquinamento

Nella giornata di Venerdì 24 gennaio 2020  nell’aula magna del Liceo Aristosseno si è tenuto un incontro con la dott.ssa Mariagrazia Serra, presidente della sede di Taranto dell’Associazione Nazionale Medici per l’Ambiente ISDE, da anni attiva sul piano della difesa dei diritti dell’ambiente.

L’incontro rientra nel progetto pluridisciplinare “L’ambiente è salute” sviluppato dal Liceo Aristosseno di Taranto con la collaborazione dell’ISDE.

Nell’arco dell’incontro, rivolto agli alunni delle classi quarte del Liceo, durato all’incirca un’ora, la dottoressa ha trattato una varietà di argomenti, soffermandosi sulle cause e conseguenze del riscaldamento globale, sui cambiamenti climatici e sugli effetti che essi hanno sul territorio e sulla salute degli esseri viventi.

Tramite slides e grafici, la dott.ssa ha reso ben evidenti agli occhi di tutti i problemi che caratterizzano il territorio in cui viviamo. Si è sottolineato che non si può avere un’economia florida con un mondo inquinato e dei lavoratori malati. È importante creare un’economia sostenibile, che permetta lo sviluppo della società, ma allo stesso tempo non causi danni irreversibili all’ambiente.

Tra le proposte innovative presentate dai ragazzi del Liceo Aristosseno, sono state evidenziate un progetto di produzione di energia sostenibile tramite l’uso di biciclette nelle ore di educazione fisica e la possibilità di introduzione di distributori automatici di cibi sani e a km 0.

Non sono mancati puntuali riferimenti alla situazione ambientale preoccupante della nostra città e sulle conseguenze che l’inquinamento provocato dall’ex Ilva ha causato e causerà alla popolazione se non si invertirà questa tendenza. Pertanto la dott.ssa ha auspicato la realizzazione di progetti ecosostenibili per lo sviluppo futuro della città..

Prendendo come spunto le domande che i ragazzi le hanno rivolto, la dott.ssa Serra ha chiuso l’incontro con un messaggio molto importante: in un paese democratico come l’Italia, addossare allo Stato la colpa dell’inquinamento è un po’ come incolpare se stessi. Inoltre ,ha esortato tutti i presenti a far sentire la propria voce, soprattutto i giovani, in modo tale da preservare il mondo per noi e per i nostri figli.

Articolo prodotto dagli studenti Lorenzo Sermon e Angelica Oliva

La “Giornata dell’ambiente”

Nel corrente anno scolastico è obiettivo generale l’attuazione di iniziative volte a sensibilizzare gli studenti su una celebrazione internazionale, la “Giornata dell’ambiente”, che ricorre annualmente il 5 giugno e che risulta sempre più attuale e sentita dai giovani, ma anche da ampi settori della popolazione in generale. Si tratta di un’occasione per la scuola di attuare educazione alla cittadinanza attiva, preparando gli studenti a diventare cittadini in grado di contribuire allo sviluppo e al benessere della società in cui vivono.