"Diceva Aristosseno che
il vero amore del bello sta nelle attività pratiche e nelle scienze; perché
l’amare e il voler bene hanno inizio dalle buone usanze e occupazioni, così
come, nelle scienze ed esperienze, quelle buone ed oneste amano davvero il
bello; mentre ciò che dai più è detto amore del bello, cioè quello che si
manifesta nelle necessità e nei bisogni della vita è, se mai, la spoglia del
vero amore."
Stobeo (Florilegi III, 1, 101)
Aristosseno (fine IV sec. inizio III sec. a.C.) “Figlio di Mnesias, quello chiamato anche Spintharos, musico, di Taranto, in Italia. Soggiornò a Mantinea, fu filosofo e dedicatosi alla musica riuscì bene: fu discepolo del padre e di Lampros di Erythrai, poi di Senofilo il pitagorico e infine di Aristotele….. Fiorì al tempo di Alessandro e dei suoi successori, ossia a partire dalla 111a Olimpiade. ….Compose opere di musica e di filosofia, di storia e di erudizione di vario genere. E si contano i suoi libri fino al numero di 453.”
Nacque quindi a Taranto verso la metà del IV sec. a.C
Del padre, Spintharos, si sa che era un profondo conoscitore della musica e che fu lui ad avviarne Aristosseno allo studio; che fu anch’egli tarantino e che trascorse buona parte della sua vita in Grecia, ad Atene, dove ebbe modo di conoscere personalmente Socrate, e Tebe.
Delle moltissime opere di Aristosseno di cui possediamo i titoli, due sono state parzialmente conservate e sono gli "Elementi di armonia" e gli "Elementi ritmici", nelle quali Aristosseno espone e sistema gli elementi della teoria musicale greca. Aristosseno riconobbe la funzione fondamentale della memoria nella intelligenza della musica, come risulta da un paragrafo degli "Elementi di armonia": "Di queste due cose, invero, la musica è coesistenza: sensazione e memoria. Bisogna infatti sentire ciò che accade e ricordare ciò che è accaduto".
Le notizie su Aristosseno sono tratte dalla monografia di Amedeo Visconti:”Aristosseno di Taranto, biografia e formazione spirituale” edita dal Centre Jean Bérard
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