Viaggi d’istruzione: un’opportunità per tutti?

La situazione post pandemica ha danneggiato molto l’economia italiana, gravando anche sui viaggi di istruzione, le cosiddette “gite scolastiche”. Negli anni precedenti, viaggiare con la scuola era qualcosa alla portata di tutti e si riusciva ad organizzare regolarmente, fornendo per tempo alle famiglie tutte le informazioni necessarie per poi procedere al pagamento in maniera sicura. La gita scolastica è anche un’opportunità per noi ragazzi di visitare posti nuovi e fare nuove conoscenze, oltre che per allontanarsi, un paio di giorni, da tutte le preoccupazioni quotidiane. Eppure, dopo l’interruzione della nostra “normalità” dovuta al Covid, persino l’esperienza dei viaggi di istruzione sembra non essere più scontata.

Dallo scorso anno, praticamente in tutta Italia, si registrano regolarmente interventi polemici e dibattiti critici sulle difficoltà crescenti per scuole e studenti a organizzare gite scolastiche: scarsità di destinazioni, strutture ricettive e servizi economicamente “sostenibili”. I costi minimi per partecipare ad un viaggio d’istruzione di durata media, sul territorio nazionale come all’estero, non sono più alla portata di tutte le famiglie, per non parlare delle condizioni e dei tempi del pagamento, che – come successo ad esempio per le gite del nostro Liceo in quest’anno scolastico – si rivelano spesso insostenibili.

La questione è stata recentemente sollevata e dibattuta in molti istituti scolastici italiani, come riportato dal quotidiano La Repubblica (leggi, ad esempio: questi articoli 12). L’Istituto Tecnico e Professionale “Luigi Cossa” di Pavia ha addirittura scelto, a inizio anno scolastico, di annullare tutte le gite programmate per non discriminare le famiglie che non possono permettersele (clicca qui).

Prima del Covid organizzavamo regolarmente viaggi d’istruzione utilizzando due format: quello di tre giorni e quello di cinque, la cosiddetta “gita lunga” per gli studenti più grandi del triennio” ha dichiarato la professoressa Ilaria Castellano, collaboratrice della Dirigente dell’Istituto, “ma ormai i prezzi sono diventati proibitivi per molte famiglie dei nostri ragazzi”. Non tutte le famiglie, chiaramente, sono state d’accordo con la decisione presa. Alcuni hanno chiesto alla Dirigente di cercare alternative percorribili, quali mete più economiche o sostegni finanziari di enti benefici per i meno abbienti.

Questa problematica si è presentata quest’anno anche all’interno della nostra scuola, in particolar modo per le classi quinte, che alla fine non hanno aderito alle proposte e hanno rinunciato all’esperienza. Le condizioni “dettate” dalle agenzie di viaggio aggiudicatarie dell’organizzazione delle gite, che “imponevano” il quasi immediato pagamento dell’intera quota di partecipazione senza possibilità di rimborso, nonché senza alcuna certezza in merito alle date effettive dei viaggi, alla fine hanno indotto la maggior parte delle famiglie degli studenti dell’ultimo anno a ritenere “anti-economiche” le opportunità offerte dal Liceo. Ma alla base della rinuncia, in definitiva, c’è stata sempre e comunque la considerazione di costi troppo alti da sostenere per molti.

Il viaggio d’istruzione dovrebbe rappresentare una possibilità per tutti di partecipare ad un’esperienza collettiva che rimanga per sempre impressa nella mente degli studenti. Un modo “diverso” di fare scuola, collezionando emozioni e ricordi che leghino la propria esperienza liceale alla memoria personale. Al contrario, oggi, farne un motivo di distinzione significa trasformarlo in motivo di disagio tra i ragazzi, differenziati a seconda delle diverse possibilità economiche.

Se la tendenza degli operatori turistici sembra essere ormai, decisamente, quella di incrementare i prezzi e dunque rendere sempre meno “inclusiva” l’esperienza viaggio, sarebbe allora forse il caso di pensare a “ridimensionare” le nostre aspettative su mete e durata delle gite, purché però nessuno sia privato di questa opportunità. Non conta, in fondo, “dove”; non conta “quanto“. Conta, nel percorso di un adolescente, che si possa vivere questo tipo di esperienza, all’insegna di un tipo di socialità inclusiva e alternativa alla routine scolastica tradizionale.

La speranza, pertanto, è che a partire dal prossimo anno i viaggi di istruzione possano essere più accessibili o che – se le condizioni del mercato non lo permetteranno – le politiche scolastiche in materia di viaggi confermino almeno la massima inclusività a favore di tutti gli studenti.


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